Nuova Panigale V2 2025. Evoluzione coraggiosa o un passo indietro?

Nuova Panigale V2 2025. Evoluzione coraggiosa o un passo indietro?

27 Gennaio 2025 0 di La Redazione

Eccoci di nuovo a parlare di Ducati. Un’altra volta di fronte a una moto che vuole far discutere per un cambiamento radicale, l’ennesimo, della casa di Borgo Panigale. Negli ultimi anni, Ducati sembra seguire una strategia ben definita: diversificare le proprie proposte per incontrare i gusti di ogni tipo di motociclista. Una moto per tutti, potremmo dire. Ma se questo approccio può essere un bene per le vendite, la nuova Panigale V2 2025 lascia diversi interrogativi aperti, soprattutto per chi vede nelle Ducati sportive un simbolo di prestazioni estreme e fedeltà alla tradizione. La domanda sorge spontanea: a chi vuole rivolgersi questa moto? Prima di addentrarci nel concetto che guida questa nuova versione, ripercorriamo brevemente la storia delle “piccole” supersportive di Borgo Panigale, derivate dalle loro sorelle maggiori.

La storia “recente” di ducati ci ha sempre abituati sin dalla 916 alla proprosta della stessa moto in versione di minor cilindrata. Ricordiamole per ordine. La 916 e la 748, la 999 e la 749, il 1098 e la 848, la Panigale 1199/1299 e la 899/959, infine la Panigale V4 con la V2. All’ inizio questa scelta è stata dettata dalla necessità di proporre una moto da schierare nel campionato del mondo delle Supersport dove vigeva la regola del bicilindrico di maggior cubatura (fino a 750) rispetto alle pluricilindriche 600. Fino alla 749 infatti la moto partecipava al mondiale gareggiando contro CBR 600rr , R6, GSX-R 600ecc dentro i limiti di questo regolamento..

La 749 era comunque identica alla 999 e di fatto la seguiva praticamente sotto ogni aspetto tecnico e stilistico. Con la 848 e il conseguente abbandono della categoria Supersport per superamento dei limiti di cilindrata le cose sono iniziate a cambiare lentamente ma è rimasta – questa – come la volete chiamare, tradizione? Strategia di mercato? Di proporre due cilindrate per la stessa Supersportiva di punta

Dalla 848 Per la prima volta sulla più piccola si vide il primo cambiamento con l’ abbandono della frizione a secco in cambio di quella a bagno d’olio e già qualcuno iniziava a gridare allo scandalo e a storcere il naso non sentendo più quello scampanellio tanto amato. Ma si sa, non c’è mai fine al peggio, al progresso, al cambiamento e dalla Panigale in poi le cose sono cambiate in modo sempre più radicale. Con la 1199 infatti si sono viste differenze sempre più marcate introducendo sulla “piccola” 899 un forcellone bibraccio al posto del più Blasonato monobraccio e anche alcune altre differenza nella carenatura, nella posizione in sella e nella collocazione degli scarichi (959) – Insomma – Chi comprava la 899/959 non comprava più solo la versione ridotta in cilindrata e potenza della moto che correva in Superbike ma doveva necessariamente scendere a ben altri tipi di compromessi oltre ad accettare la inspiegabile assenza del tanto amato monobraccio. A tutti gli effetti un altra moto sotto molti aspetti riconoscibile non più dalla sola scritta sulla carena ma anche da Lontano.

Oltretutto per la 959 con il sorpasso psicologico della cubatura di 900cc sembrava, che le Superbike fossero addirittura due con la piccola, “Low-Cost“, dotata una potenza a mio avviso comunque stratosferica di 157cv per una moto che dovrebbe essere rivolta ad un pubblico (più tranquillo). Onestamente l’ affettuosamente chiamata Panigalina l’ ho sempre vista come un tentativo per vendere una supersportiva con dotazioni tecniche inferiori, per non dire – a risparmio – ad un prezzo più accessibile che poi tanto accessibile non era ugualmente – cioè non per tutti – Comunque, nel frattempo il motore della Superbike Panigale passa dal 2 cilindri a L (V2) al 4 cilindri (V4) derivato dal glorioso Desmosedici Della MotoGp. Un passo epocale, un evoluzione in parte naturale che ha seguito la logica delle corse e dello sviluppo abbandonando per sempre il motore bicilindrico mostro sputafuoco da 1299cc arrivato a livelli ultra galattici ma ormai al limite anche della gestibilita’ e della competitivita in Superbike.

Nel 2021 infatti altra sorpresa perché seguendo il Mood della versione ridotta, forse qualcuno si sarebbe aspettato un piccolo quattro cilindri ma ahimè la più piccola non è diventata una V4 di minor cubatura, bensì ancora V2. Cambia così anche l’ architettura del motore tra i due modelli. Contentino, Torna il monobraccio su tutte e due, le moto si somigliano molto di più esteticamente (alette a parte e carenatura un po’ più piccola per la minore ) ma il motore non ha più niente a che vedere. Viene mantenuto il sistema desmodromico per le Valvole ancora caposaldo delle supersportive ducati. La potenza continua ad essere elevata 155cv e la cilindrata ancora di 955cc. Panigalina da quasi un litro di cilindrata con la v4 da 1100cc, cioè solo 150cc di differenza in sostanza.

La V2 torna nel mondiale Supersport questo perché viene cambiato il regolamento che precludeva la partecipazione alle moto bicilindriche superiori a 750cc. Oggi Tali motociclette vengono identificate come motociclette “Supersport Next Generation” e possono sforare i limiti di cubatura imposti dalla classe, con la FIM che si impegna ad attuare delle regole di bilanciamento per non favorire le moto di cilindrata superiore. Arriviamo ai giorni nostri. Ducati aggiorna e allo stesso tempo stravolge la V4 2025 dotandola di forcellone bibraccio che ritorna a farsi vivo sulla Superbike dopo la discussa ma vincente 999. Nessuno lo aveva mai digerito. Eppure. rieccoci qua. E la nuova Panigalina? SBAM… estetica simile alla V4 anche se con NON poche differenze visibili nella carenatura, serbatoio e cupolino . ANCHE QUI Forcellone bibraccio e motore V2. sella più imbottita Posizione decisamente più comoda e meno estrema. I semimanubri sono ora spostati leggermente sopra la piastra dello sterzo (inusuali per una sportiva pura) e le pedane sono infulcrate al motore ma in una posizione piu comoda. La Ducati fa propaganda dicendo che questo V2 è il più leggero di sempre e la moto ha un rapporto peso potenza eccellente. Già ..la potenza...scende in modo significativo perdendo rispetto al modello precedente ben 35cv ma grazie al peso e alla maneggevolezza sembrerebbe che questo Gap venga comunque colmato da leggerezza e manovrabilità (?). Con 120CV La moto si allinea alla potenza delle medie giapponesi sue dirette rivali. Nonostante questo, Quello che non si allinea però è ancora il prezzo perché la versione base costa 16.000 euro e nella versione S 19.000, cioè dai 5 agli 8 Milà euro più della CBR 600RR.

Anche se Ducati promette una moto molto divertente per l’utilizzo stradale, meno estrema del solito, allo stesso tempo si allontana molto, non solo dalla precedente V2 ma da tutta la filosofia che ha contraddistinto i motori Ducati. Insieme al monobraccio se ne va per la prima volta su una Supersportiva la soluzione del comando Desmodromico per apertura e chiusura delle valvole in cambio delle molle. Comunissime molle… perché??? Sembrerebbe per rendere più fluido e progressivo il motore sin dai bassissimi regimi aumentandone anche la coppia grazie ad un comando ad apertura variabile IVT. Insomma, pare che la nuova V2 sia una moto studiata a puntino per la massima funzionalità grazie anche al motore sfruttabile ad ogni regime.

Sono sempre stato un Ducatista convinto e amo le Ducati, sono riuscito anche a digerire quelle più moderne perché in qualche modo capisco che spesso per arrivare a certi risultati e prestazioni si debba rinunciare ad alcune tradizioni come ad esempio è stato fatto con il telaio a traliccio che pur avendo fatto la fortuna di ducati anche in Superbike iniziava probabilmente a sentire il peso degli anni e una volta trovata una soluzione migliore in grado di garantire vittorie (Front Frame) perché rinunciarvi -Solo che -togliere anche il Desmo da una supersportiva mi pare eccessivo, il sistema che ha creato l’ identità di ducati, che ha da sempre contraddistinto di fatto i suoi motori. Come se in un certo senso il Desmo venisse rinnegato ritenendolo non più il sistema di riferimento. In tutto questo credo più o meno fermamente che si poteva ancora utilizzare e si poteva trovare una soluzione per raggiungere gli stessi risultati magari investendo di più. È qui che mi viene il dubbio che alla fine sia anche stata una scelta economica per raggiungere il massimo profitto. Ma se una ducati non ha più le sue tanto amate particolarità alla fine diventa una moto come le altre e questo non lo è mai stato, non fino ad oggi. Quindi RIEPILOGANDO. Potenza ridotta, no Desmo, bibraccio, comodità da quasi sporttourer e neanche una vite in comune con la moto da cui dovrebbe derivare. Quanta strada è stata fatta dalla prima 748 e anche se in parte c’è stata la inevitabile evoluzione delle moto, dall’altra resta tanta nostalgia di quando c’ era veramente la possibilità di avere una piccola 916 mantenendo la stessa identità sportiva Senza rinunciare alla stessa identica tecnologia e senza compromessi. Nel frattempo mi tengo stretto la mia Ducati 749 testastretta con la consapevolezza e la soddisfazione di avere una moto puramente da corsa progettata per vincere prima di tutto…e poi le vendite si vedrà!

Come vedo la V2 2025?? Sicuramente come un altra moto a se stante e non una versione ridotta , Una moto che certamente sarà molto performante su strada, dalle linee tutto sommato pulite, facile da guidare, ma Senza l’ anima, ovvero il Desmodromico. Per i miei gusti da Ducatista vecchio stampo Forse troppo studiata a tavolino per incontrare il maggior numero di Motociclisti e per essere venduta ma ho qualche dubbio che potrà essere un successo visto il prezzo e l’ assenza del desmo. Mi dispiace ma non posso considerarla una ducati al pari delle altre che invece hanno ancora il sistema Desmodromico e da Ducatista anche Senza mettere in discussione le sue doti per me non ha più l’appeal che serve ad una Ducati Supersportiva. Purtroppo, è stato fatto un altro passo indietro per la tradizione sicuramente. Concludo ripartendo dalla domanda iniziale. A chi vuole rivolgersi questa moto?? Difficile risposta perché sembrerebbe una moto destinanta ai motociclisti più giovani che però di solito non hanno tutti questi soldi e spesso virano su japponesi o addirittura cinesi per rispoarmiare. Forse agli sportivi pistaioli?? Non credo perché in quel caso sarebbero alla ricerca di qualcosa di più estremo come posizione di guida. Ai Ducatisti sportivi??? Difficile per il momento che siano pronti a rinunciare al Desmo a leggere le opinioni a due mesi di distanza dalla presentazione. Non saprei quindi…forse mi sbaglierò, attendiamo il verdetto del mercato che ci darà le risposte che cerchiamo.

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