Girare al Mugello in moto per la prima volta. Racconto di un esperienza incredibile e Qualche consiglio!

Girare al Mugello in moto per la prima volta. Racconto di un esperienza incredibile e Qualche consiglio!

21 Gennaio 2023 0 di La Redazione

Se sei motociclista da tempo, vuoi girare in moto al Mugello, una delle piste più veloci e famose del mondo, NON HAI MAI GIRATO IN PISTA, hai mille dubbi e perplessità ed una moto al limite dell’accettabilita’ per entrare. Fai come me..vai ! Ne vale la pena, il divertimento sarà assoluto e l’esperienza unica, di quelle da raccontare ai posteri ,da custodire gelosamente tra i ricordi, o magari perché no, da ripetere. In questo articolo racconterò la mia giornata in circuito e vi darò qualche consiglio,potrà essere utile a qualsiasi neofita della pista indeciso(come ero io) per vivere l’esperienza nel modo giusto e con la giusta serenità nell’autodromo più bello del mondo.

Ho sempre avuto un desiderio. Girare al Mugello. Non in una pista qualsiasi. Mi sono sempre detto di voler girare un giorno con la mia moto ma non ho mai preso in considerazione nessun altro circuito che non fosse quello Toscano per vivere l’esperienza. Perché?? Avete mai avuto un sogno nel cassetto??

Su quella pista ho visto correre dal vivo i piloti più forti degli ultimi 30 anni, ho assistito a duelli epici, ho guardato passare le moto più belle e come se non bastasse ci ho visto girare mio padre per ben due volte, guardandolo sfrecciare sul rettilineo, vivendo un mix di emozioni e apprensione per colui che per me a quel tempo era un supereroe. Come poteva uno con la mia passione, con tutta questa storia dietro non mettere le ruote su quel nastro di asfalto un giorno? Sentivo che era scritto nel destino, che era solo questione di tempo

anni passati sul prato sotto il sole a guardare il Gp.Per la cronaca 95,96,97,98,99,01,06,11,13,14,17
mio padre..era un gran manico..(anni 90)

CHE RICORDI.. Se devo dirla tutta,In realtà, con il tempo ci avevo un po perso le speranze, per svariati motivi. Principalmente per via di moto non proprio all’altezza della situazione, la costante paura di non essere pronto per quella pista, essendo la prima volta, il timore di cedere e per l’ormai perpetuo rimandare a suon di scuse a momenti migliori per pulirmi la coscienza. Ero entrato in un loop dal quale non sarei piu’ uscito, fino a che ad un certo punto dentro di me è scattato qualcosa. Sarà stata l’età che avanza o la raggiunta consapevolezza che il mio continuo rimandare sarebbe sfumato in un nulla di fatto, arrivato ai quaranta e con due figli piccoli (Non a caso ,il num 511 l’ho scelto perché 5 e 11, sono i loro giorni di nascita) mi sono guardato allo specchio e mi sono detto..vuoi restare con questo desiderio ogni anno che passa e probabilmente non girerai mai o ti vuoi decidere una buona volta a vivere questa esperienza comunque vada chiudendo il cerchio smettendola una buona volta di sentirti sempre come se ti mancasse qualcosa?? Fu così che un giorno d’estate comprai la mia libertà mentale prenotando finalmente una giornata intera, ben 5 turni da 20min ciascuno al Mugello! Restava ancora un problema, La moto. Presentarsi al Mugello con una Multistrada 1000ds potrebbe essere una cattiva idea e potrei essere non idoneo all’ingresso. Contattai così L’organizzatore dell’evento di quella giornata “Rossocorsa” e gli chiesi se sarei potuto entrare con la mia moto..La risposta che ricevetti non fu delle migliori perché non fu ne un si ne un no categorico. Fu praticamente un se proprio vuoi ma te lo sconsiglio.

però continuò confondendomi di più le idee con:

La risposta finale mi fece capire che forse la loro preoccupazione non era tanto solo la moto ma di più quanto il livello mio di neofita più la moto potessero ostacolare gli altri creando un potenziale pericolo e bestemmie varie . In ogni caso forse tutto va bene purché si venda un buco nel turno ad Agosto…quindi…fu come se avessero detto, “vedi te, il turno va riempito ma per il resto la pelle è tua e il divertimento pure“. In realtà il regolamento della pista non pone dei limiti al modello della moto ma si limita a rimandare il controllo alla Race Direction in base all’evento. Per la partecipazione tutto si riferisce allo scarico di responsabilità, all’età (maggiorenne o meno), alle emissioni sonore e all’ abbigliamento tecnico obblogatorio e omologato. Certo è che qualsiasi decisione negativa della Race Direction qualora ci fosse la necessità preclude la partecipazione all’evento anche se pagata la quota di ingresso all’organizzatore. Poco ma sicuro.

OK..ora che il più era fatto, con qualche dubbio ancora ma con il pacchetto comprato, non restava che prepararsi all’evento nella maniera giusta e il più meticolosamente possibile. La moto doveva essere quantomeno impeccabile per cui ho revisionato tutto l’impianto frenante spurgando il circuito e cambiando l’olio di freni e frizione, cambiando anche le pasticche e l’olio motore. Ho tolto la staffa del bauletto, le pedane passeggero e ho montato, udite udite, delle gomme meravigliose, in MESCOLA le Pirelli Supercorsa SC1, che sarebbero la mescola media di Pirelli e che ho trovato con un solo turno di pista alle spalle a soli 140 euro montate. Con le temperature che avrei trovato ad Agosto le termocoperte non mi sarebbero servite, (a detta del gommista), al limite, un paio di giri ad andatura “soft” per quanto soft sia misurabile per uno che non ha mai girato in pista. Le gomme sono state da subito il mio dilemma più grande…d’altra parte, sono quelle, che ti tengono in piedi. Avevo paura che gomme piu stradali, con il caldo avessero potuto cedere in aderenza e crearmi dei problemi. Anche se non le avevo mai provate ho pensato che con gomme più specifiche avrei avuto meno pensieri. Il posteriore 180/60 anziché /55 (misura moderna maggiormente usata in pista) avrebbe reso la moto più alta dietro cambiandone probabilmente anche l’assetto ma avrebbe anche aumentato il grip al posteriore con maggior impronta a terra. Ad ogni modo la moto si sarebbe comportata diversamente da come la conoscevo. Ho pensato ottimisticamente che mi sarei abituato.

in questo stato le ho ridotte dopo un turno

La moto era pronta. Adesso non restava che prenotare per dormire la notte, colazione inclusa, visto che alle 8.00 avrei dovuto presentarmi in circuito per poi girare alle 9.15. Sarebbe stato impensabile partire la mattina alle 6.30 in tuta da casa anche se il Mugello da dove abito è relativamente vicino, circa 120km. Ho trovato un b&b comodissimo a 500m dalla pista molto economico ma carino e confortevole, Alla Corte di Carla

Siccome non volevo lasciare niente al caso, non avendo il carrello per portare la moto avevo pensato da subito (prima di prenotare) di chiedere supporto ad un amico motociclista il quale è venuto con me in auto portando dietro tutto il necessario ed è stato fondamentale per realizzare questa cosa, Grazie Andrea. In alternativa avrei potuto condividere un box ma restava il problema di dove mettere la tuta, gli stivali, il cambio per andare via e per dormire….gli attrezzi, il frigo,insomma, non sarebbe stata la stessa cosa. Riuscire ad essere organizzato comportava avere proprio tutto per passare la giornata nel migliore dei modi, il più rilassato possibile e con tutto ma proprio tutto il necessario. Quindi mi sono portato un Gazebo, di 3m x 3m, la cassetta degli attrezzi comprendente tantissime chiavi inglesi e a cricchetto più cacciaviti, brugole,fascette e addirittura la chiave dinamometrica con la bussola per il dado centrale della ruota. Ho inoltre portato degli stracci e tutto il kit per la pulizia della catena e della moto. Forse lo ammetto, ho esagerato ma il fatto di avere dietro una sorta di officina ambulante mi faceva stare più tranquillo. Di quello che ho portato in effetti non mi è servito quasi niente..se non un paio di chiavi e cacciaviti per smontare gli specchietti e il portatarga e una fascetta per legare il transponder. Altra cosa essenziale ad Agosto che ho portato con me è stata la borsa frigo di quelle rigide. C’ho messo dentro due bottiglie di acqua e 6 di Gatorade tutto congelato, finite tutte nel corso della giornata e qualche stuzzichino leggero (grissini,gallette di riso e crakers) per non appesantirmi ma allo stesso tempo non sentire la fame.

Accanto a noi team Padre Figlio.Dai..non eravamo così messi male
Supercassetta degli attrezzi…quella del bravo tuttofare, per capirci

La sera prima del grande giorno abbiamo quindi montato il gazebo e scelto anche il posto dove stare, ho ritirato il numero da mettere sulla moto, la targhetta numerata da legare alla tuta e siamo andati a cena. La sera stessa ho avuto anche un altra piacevole sorpresa, un mio carissimo amico motociclista che non sapeva se avrebbe potuto girare con me quel giorno aveva prenotato a sorpresa nello stesso b&b dove alloggiavamo!! Lui era già stato qualche volta al Mugello e quindi mi aveva già dato qualche prezioso consiglio ma il fatto che ci fosse mi aveva riempito di gioia oltre a darmi una grande botta di fiducia, è stato il regalo immateriale più grande mai ricevuto !!!! È stato emozionante e quando la sera lo vidi e me lo disse non sono riuscito a nascondere l’emozione! Grazie Fede!

Io a destra, Fede a sinistra

Volete sapere se ho dormito la notte?? Molto poco anzi, forse niente. Troppi pensieri. Girare al Mugello con la sola aspettativa di non cadere e riuscire a divertirsi in mezzo a tante moto sicuramente tutte piu pistaiole della mia “povera” Multistrada era già un tormento abbastanza grande.

MATTINA ore 7.00, la sveglia implacabile suona, ovviamente non mi ha colto di sorpresa perché ero gia’ in dormiveglia da una mezz’oretta. Il grande giorno era arrivato. Andrea era il più tranquillo dei tre (ovvio) anche se a detta sua, molto emozionato per noi, Federico che avrebbe girato, era più o meno con il mio stesso stato d’animo, la sua moto, una Bellissima e perfetta Honda SP-2 alla quale tiene moltissimo stava per tornare in pista ed è una moto molto impegnativa da portare, sia per la guida molto fisica sia per la rarità e lo stato eccellente in cui trova. Una moto di 20 anni della quale non è piu facilissimo neanche trovare eventuali pezzi di ricambio e quindi una caduta anche banale, una scivolata,avrebbe messo in crisi il futuro della moto che ha comunque un valore storico e ….di Federico

Siamo usciti dalle camere che eravamo già in tuta perché dopo neanche due ore saremmo stati già tra i cordoli della pista. Dopo un abbondante colazione vestiti da Piloti siamo partiti con le moto per andare al nostro gazebo. Emozioni intense si sono alternate dal b&b alla pista, entusiasmo misto a paura, ma anche tanta adrenalina. Adesso inizia il bello. Arrivati al Gazebo l’atmosfera intorno a noi era tutt’altro che amatoriale.

“DAI VIENI TUTTI TI ASPETTANO. TANTI AUGURI”

Moto di ogni tipo, delle quali si contavano su una mano quelle targate, le nostre due e altre sempre del gruppo amatori, il resto tutte carenate più o meno recenti ma comunque palesemente allestite per girare esclusivamente nelle piste. L’atmosfera come gia detto sembrava molto PRO, in poche parole come mi aspettavo mi sentivo un pesce fuor d’acqua presentandomi con una multistrada 1000ds. Ad ogni modo appena arrivato mi sono messo a smontare tutto quello che potevo per far sembrare la moto più sportiva possibile, e forse ci sono riuscito, via targa e portatarga, via specchietti e ho coperto il fanale con carta adesiva rossa sulla quale ho appiccicato poi anche i numeri. Tutto questo era necessario? No ma la moto mi piaceva che fosse il piu sportiva possibile e inoltre ho scoperto la facilità con cui portatarga e fanaleria si posso togliere (4 viti e un connettore) il che sottolinea ancora una volta la sportività che ha da sempre contraddistinto le Ducati vecchio stampo e il fatto che la mia moto somigli molto ad un coltellino svizzero multiuso, con il quale, all’occorrenza ci puoi fare tutto.

Dopo aver ritirato e legato il transponder arriva il nostro turno. Ore 9.15. Tutto ok, casco allacciato, bocchette aria spalancate, paraschiena, guanti e stivali ok. Si parte. Esco dal gazebo e mi infilo furtivamente nel primo box che vedo, unica via di accesso che dalla Pit-lane mi avrebbe portato sullo scollino del rettilineo e verso la San Donato passando tra le moto sui cavalletti con le termocoperte. Anche se mi sentivo già un pilota, nel momento prima di uscire dalla corsia dei box mi sono chiesto “cosa cazzo ci faccio qui” e mi sono fatto il segno della croce (sul serio). Non sapendo esattamente niente di una pista (ed ero al Mugello) Superata la linea della corsia di accelerazione tra il rombo assordante dei motori intorno a me ho avuto un senso di smarrimento, mi sono sentito come un pesciolino buttato dentro l’oceano. La pista è larghissima, sembra enorme e al primo impatto, arrivando piano, sembra che la San Dontato non sia poi così lenta ed è anche molto piu in salita di quello che si vede da fuori, poi invece arrivandoci a tavoletta dal rettilineo ti accorgi che effettivamente è molto chiusa all’inizio e soprattutto..ci devi entrare a tutti i costi!! Tornando alle prime senzazioni Ti accorgi già dopo le due esse successive (Luco – Poggio secco e Materassi – Borgo san Lorenzo) che un asfalto cosi non lo hai mai trovato in vita tua. Perfetto, un grip che sembra infinito, l’unico limite sei tu e le gomme.. già le gomme..i primi due giri li ho fatti con un po’ di apprensione. Andare piano non esiste, il gas specialmente sulla mia moto con pochi cavalli è sempre spalancato quindi l’unica cosa che cercavo di fare all inizio era entrare il più dolcemente possibile facendo correre la moto, niente movimenti bruschi, dolcemente. Nel frattempo anche se il turno era amatoriale ti accorgi che chi va forte c’è anche li e dopo il primo giro sembra che tutti già spingano al massimo delle loro capacità. La differenza che ho notato tra me e chi girava più forte di me nel corso di tutta la giornata ( nelle curve e nelle esse più strette) non è stata tanto nella percorrenza e neanche tanto in staccata, ma in uscita.L’ho notata molto invece nei rettilinei e nelle curve veloci tipo dalla casanova-Savelli a tutte Le 2 arrabbiate dove devi sapere esattamente dove mettere l ruote. Conoscendomi sono rimasto sorpreso da me stesso, la cosa positiva e’ che non ho cercato mai di forzare o di andare oltre un certo punto, ho semplicemente cercato di arrivare passo passo a migliorare provando a capire giro dopo giro il modo migliore per essere un po più “veloce”, allo stesso tempo, pero’, non mi ha mai abbandonato quella sensazione di rispetto verso quella che per me è LA PISTA più bella del mondo, onorandola, vivendola. Il mio traguardo (visto che in una gara con me stesso sarebbe stato tutto da perdere ) era solo quello di non cadere e divertirmi tenendo un certo margine di sicurezza. Dentro di me, ad ogni curva c’era un emozione diversa, incredulità misto euforia. Quante volte ho fantasticato, anche da piccolo, su come sarebbe stato percorrere quel nastro di asfalto visto fare dai migliori piloti al mondo e su come sarebbe stato il Mugello visto da dentro il casco. Con il passare dei turni e il caldo la stanchezza si è fatta sentire ma è arrivata anche una certa disinvoltura nel fare le curve e piano piano sono migliorato azzardando anche qualche innocente bagarre con il malcapitato di turno e probabilmente qualcuno da quel giorno quando guarderà una Multistrada 1000ds la vedrà con occhi diversi e potra’ dire di averla vista girare al Mugello perché sembra tutto tranne che una moto che può stare davanti ad una R6 in una pista.

Piu o meno così ” non ci credo, una Multistrada 1000ds”

Con tutti i suoi limiti la mia moto è stata fantastica, precisa, maneggevole ed estremamente divertente. Alla fine dei turni ero disintegrato, ho bevuto tre litri di Gatorade e forse altri due di acqua. I dolori mi hanno tenuto compagnia per due o tre giorni però molto meno di quello che pensavo. Alla fine ho retto 5 turni, tre la mattina e due il pomeriggio per un totale di 1 ora e 40 di pista. Le gomme si sono rivelate la scelta giusta e sono state incredibili, un grip infinito, un ottima durata, forse sono state l’unico pezzo che veramente ha fatto la differenza perché il loro limite era probabilmente anni luce lontano da quello mio e della moto.

Dopo tre turni ero così, Pausa pranzo con un altro litro di Gatorade e un gelato

Altra cosa che mi ha piacevolmente colpito è stata l’atmosfera di amicizia e passione che ho respirato a prescindere dal tipo di moto. Come detto all’inizio il consiglio che vi do è quello di andare e di provare l’esperienza e spero davvero che il mio racconto possa dare una spinta di fiducia agli indecisi e quelli che hanno una moto sportiva ma non necessariamente carenata o estremamente potente e recente. Andate e divertitevi nessuno vi giudicherà, l’unica cosa importante è essere prudenti e corretti nei confronti degli altri perché non c’è nessuna gara e non si vince niente. Anzi ci si può fare molto male e fare seri danni alla moto. Alla fine di questa storia vi confesso che vorrei tornarci ogni anno al Mugello, da quanto mi sono divertito, però, vorrei poterlo fare con una moto che mi possa consentire di andare un po più forte, una moto dedicata a fare solo quello. La mia è il giusto compromesso che ho trovato per andare su strada senza rompermi i polsi, va bene anche per andare in Pista e fare un esperienza ma dopo un po’ sicuramente ci vuole qualcosa di adatto a fare solo quello nel migliore dei modi. Alla fine di tutto, È stata una bella vittoria la mia, quella di aver realizzato finalmente un piccolo sogno che a volte molti motociclisti per svariati motivi (e io ho rischiato) non riescono raggiungere in tutta la vita. GIRARE AL MUGELLO. Per finire in bellezza, voglio lasciarvi un altro articolo, quello in cui racconto il tracciato dal mio punto di vista CURVA dopo CURVA descrivendovi le mie sensazioni e potete leggere nella seconda parte dell’articolo dedicato qui, intanto sotto vi lascio anche una carrellata di foto della mia giornata in pista

—— >UN GIRO DI PISTA AL MUGELLO < ——