Prova Ducati Streetfighter V4, la follia del joker. (Foto e video)

Prova Ducati Streetfighter V4, la follia del joker. (Foto e video)

25 Giugno 2020 0 di La Redazione

La prova che leggete di seguito è fatta per dare ai lettori un impressione personalissima, libera da qualsiasi legame/ contratto con Ducati, azienda per la quale nutro una sincera stima in quanto Ducatista.

Se c’è una moto, novità di questo anno, che ci tenevo particolarmente a provare è proprio la nuova Streetfighter V4. Quando a Novembre del 2019 siamo stati ad Eicma e l’ho vista per la prima volta, ho pensato che stavolta si fosse un po’ esagerato, una Naked con numeri da paura, raggiunti solo dalle ultimissime Hypersport carenate che poi parteciperanno al mondiale Superbike. La streetfighter V4, come dice la parola stessa, è una moto costruita principalmnte per un uso stradale con la quale si può andare anche in pista, giocoforza, se si vuol sfruttare tutto il ben di dio di cui è dotata . Lecito chiedersi a cosa serva tutta questa potenza sulla strada e soprattutto quanto sia gestibile se non pericolosa una moto così incazzata. Oggi Il settore delle SuperNaked tira molto il mercato delle due ruote e la concorrenza ha fatto dei grandi passi avanti, diventando agguerritissima. Con la Streetfighter che mancava già dal 2015, la casa Bolognese era rimasta solo con il Monster 1200 come naked di punta, ottima moto ma decisamente inferiore alle rivali (principalmente Aprilia e Ktm) sotto tutti i punti di vista. Così, sfruttando l’avvento del nuovo motore desmosedici stradale, come al solito Ducati ha lasciato tutti a bocca aperta.

Apro una parentesi. Avrei voluto provarla prima. La Streetfighter ha debuttato in un periodo davvero sfortunato, sono dovuto stare come tutti chiuso in casa, lasciando la moto in garage per più di due mesi. Ho ritenuto giusto fare prima delle uscite per riprendere tutti gli automatismi nella guida e togliere un po’ di ruggine andando anche sulle strade in cui solitamente ambiento tutte le prove che faccio.

La Streetfighter V4s è un test ride preso tramite appuntamento, al concessionario Ducati Pisa. Come sempre gentilissimi, i titolari hanno sempre un occhio di riguardo nei confronti degli appassionati del Marchio e mi hanno lasciato la moto per tutto il tempo necessario ad effettuare una prova come si deve, Anzi, in realtà me l’ hanno anche accuratamente lavata nel nuovissimo motolavaggio della concessionaria che vi invito a provare, se siete di queste zone. Solo 10 euro, per un lavaggio con tanto di inceratura e asciugatura.

DESCRIZIONE DELLA MOTO

Esteticamente Bellissima e curata nel dettaglio, A prima vista sembra, se possibile, ancora più aggressiva della precedente. La linea è tutta rivolta verso l’anteriore, il codino alto e troncato finisce quasi a metà della ruota posteriore, cosa che diventa molto più evidente se la immaginiamo senza il lungo portatarga che arriva in fondo alla ruota per rientrare nell’omologazione. Anche le frecce a led sono molto ben integrate e non dispiacciono per niente, risultando neanche troppo visibili. La fanaleria full LED è veramente moderna. La somiglianza dichiarata da Ducati con il Joker sinceramente non ce la vedo molto, se non metaforicamente parlando, ritornado con il pensiero all’idea di tanta potenza unita all’estrema aggessività del design con tanto di alette munite di winglet e montate a biplano in puro stile motoGP (che dovrebbero garantire un carico aerodinamico di 28kg alle alte velocità). Mettendo tutto insieme si potrebbe tornare a quel concetto iniziale di “follia” per una moto stradale. La scelta del piccolo musetto è un chiaro richiamo alla Panigale V4, come già successo, tra la Streetfighter precedente e la 1098, ripercorrendo quell’ idea di ricordare la moto carenata da cui proviene.

La Streetfighter deriva strettamente dalla Panigale V4. Il motore è il desmosedici stradale 4 cilindri a V di 90° ruotato all’indietro di 42° con albero motore controrotante, la cui cilindrata di 1.103cc, sviluppa ben 208 CV a 12.750g/Min, che funge da parte stressata, montato sul telaio Front Frame parzialmente a vista insieme al motore. Dietro ai radiatori, si vedono gli estrattori dell’aria calda ispirati alla tecnologia F1. Il peso è di 178kg nella versione S (quella in prova), che a differenza della V4, monta forcelle Öhlins NIX30 da 43mm, comandate elettronicamente, così come il mono Öhlins TTX 36. A completare il pacchetto, vi è un ammortizzatore di sterzo, elettronico. Tutto si basa sul sistema semiattivo Öhlins Smart EC 2.0 di seconda generazione che sfrutta le informazioni della centralina IMU e ha una logica intuitiva di configurazione.

Il peso scende anche grazie ai bellissimi cerchi Marchesini Forgiati in alluminio su cui sono montati pneumatici Pirelli Diablo Rosso II di primo equipaggiamento, con misure da 120/70 Zr17 all’anteriore e 200/60 Zr17 al posteriore ,le quali, si sono comportate ottimamente.

La Streetfighter monta la stessa piattaforma inerziale IMU 6D a 6 assi della Panigale V4 che controlla tutti i movimenti della moto nello spazio (imbardata,beccheggio e rollio). Inertial Measurement Unit è il noto sistema di derivazione aeronautica basato su sensori inerziali come accelerometri e giroscopi, che permettono il monitoraggio della dinamica del mezzo in movimento. Le regolazioni che si possono fare sono tantissime, la centralina, settabile su 3 mappature (Street, Sport e Race) ha il controllo su tutto. Sul display TFT ,identico alla Panigale V4, sono visualizzati tutti i controlli elettronici con i relativi livelli di intervento (regolabili anche in movimento e mai disinseribili). Il DTC (Ducati traction control), l’ ABS cornering EVO , l’ EWC (engine wheelie control) ,il DSC (Ducati Slide control) e l’ EBC (engine brake control).

LA MIA PROVA

Appena salito in sella mi rendo subito conto che, come immaginavo, praticamente non tocco a terra con tutti e due i piedi e capisco da subito che dovro’ faticare un bel po’ negli spostamenti da fermo, complice anche un angolo di sterzo ridotto ai minimi termini. Per quelli alti fino ad un metro e settanta, in effetti la sella è un po’ alta (845mm) ed anche se è molto stretta ai fianchi non si riesce a toccare come si vorrebbe, la durezza della sospensione posteriore non permette di guadagnare praticamente nulla con il peso. La posizione in moto tutto sommato non è scomodissima, come si penserebbe guardandola ferma, sul cavalletto, e anche la sella è sufficientemente imbottita. Ovviamente le pedanine sono molto rialzate e arretrate e si sta con le gambe rannicchiate, in compenso, il manubrio è relativamente alto e largo permettendo una posizione del busto sufficientemente eretta. Avrei preferito fosse un pelo più arretrato ma la posizione di guida risulta comunque abbastanza comoda (in relazione al tipo di moto).

Il rumore che esce dallo scarico, anche se originale, è veramente libidinoso, tanto che si fa fatica a credere che sia stato omologato per girare in strada. La modalità che ho inserito è la Sport, che ho utilizzato per la maggior parte della prova e che credo anche sia proprio la migliore da usare su strada, ti dà tutta la potenza ma con un erogazione misurata. La cosa che mi ha piacevolmente colpito e che mi ha fatto subito ricredere circa quello che pensavo, è che il motore è trattabilissimo ed è proprio il punto cardine attorno al quale ruota tutta la Streetfighter. I tecnici e gli ingegneri hanno fatto un lavoro immenso e sono incredibilmente riusciti a domare questo V4 rendendo il motore usabile a tutti i regimi. Può permetterti di andare a spasso, oppure andare più allegro ma senza mettere in crisi, con dei calci nel sedere, come ci si aspetterebbe di ricevere da una moto con tutti questi cavalli. In modalità Street è proprio un agnellino, l’erogazione è dolcissima. Con questa mappatura la potenza è di “solo” 120cv. Per strada, nella modalità Sport dai 4000 ai 9000 giri si ha la coppia necessaria (70%) per divertirsi senza dover insistere ma il discorso cambia se si supera questa soglia perché la spinta diventa veramente notevole e si arriva in un attimo a velocità da strappo della patente. Ci vuole una certa esperienza per sapere dove e come poter azzardare qualcosa. Nella modalità Race la Streetfighter tira fuori tutti i suoi attributi. La linea nera che delimita il contagiri diventa rossa comunicando che da ora si farà sul serio, anche il rumore che esce dallo scarico cambia, diventa più impetuoso, rombante. La cosa che si nota subito di più però è il cambio di erogazione e si torna improvvisamente a quel concetto di ignoranza che la Streetfighter comunica al primo sguardo e con i dati alla mano. Il joker diventa follia. La moto è ancora più adrenalinica, la risposta del gas diventa più immediata e dai 9000 fino a fondo scala il motore diventa di una progressione incredibile, non finisce mai, e ci si sente davvero come essere su una Ducati MotoGP, complice anche il sound straordinariamente simile, unito ad una spinta impressionante e si sparano le marce tipo fucilate con il quickshifter. Ho tenuto molto poco la moto in modalità Race, riservata ad un uso pista e giustamente da usare esclusivamente tra i cordoli. La modalità Sport resta quella più adatta ad un uso stradale improntato alla guida sportiva ed è più che sufficiente per divertirsi.

Tra le curve è eccellente, sembra di essere su una moto più piccola di un 1100, è agilissima e facile da guidare. Mi sono sentito subito a mio agio, senza dover impormi fisicamente per spingere la moto dentro le curve. Dinamicamente è divertentissima. Le sospensioni rispondono magnificamente ad ogni sconnessione restando comunque confortevoli. Niente sfugge a quello che sta per succedere sotto alle ruote. I freni sono un muro di mattoni, le Brembo Stylema monoblocco mordono davvero forte e ci si ferma in un attimo. Il cambio quickshifter risponde benissimo senza sbagliare un colpo, anche se, ho notato una certa durezza in scalata e addirittura con gli stivali, si deve prestare con decisione. In compenso si può usare anche la frizione e mi pare che la situazione migliori un pochino. Forse l’unico piccolo difetto che si può trovare alla Streetfighter è proprio una certa durezza dei comandi , D’altro canto però è anche vero che, una moto così, va guidata con decisione se si spinge un po’..

IN CONCLUSIONE

Che moto è la Streetfighter V4? Sicuramente una moto che si pone nuovamente ai vertici della categoria, bella e divertente da guidare tra le curve. Nonostante i suoi 208cv, il motore è gestibile e straordinariamente elastico. La coppia è sempre disponibile e si esce dalle curve in totale sicurezza. Se si spinge ai suoi limiti prestazionali però diventa una bestia e per questo ribadisco che è una moto che richiede esperienza e attenzione. Insomma….non è una moto da neofita. Difetti pochi, se non quelli accennati nell’articolo, uno dei quali è il prezzo, 19.900 Euro per la V4 e 22.990 per la V4S che è quella che ho provato per voi. Per spezzare una lancia a favore di Ducati dico che: se è vero che costa tanto, è anche vero che di tecnologia ce n’è davvero tanta e le dotazioni di serie sono il massimo che esiste oggi, e se si vuole il meglio… haime’ si paga. Questa moto, per fare una similitudine in campo aeronautico, è come un caccia di ultima generazione.

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