Prova Ducati Monster 2021, mito perso o ritrovato? ecco come va la Piccola naked da sparo.

Prova Ducati Monster 2021, mito perso o ritrovato? ecco come va la Piccola naked da sparo.

6 Maggio 2021 0 di La Redazione

Per me che ho avuto il primo Monster, (quello con il forcellone con l’archetto) a carburatori e il serbatoio in metallo, non è stato facile digerire i vari cambiamenti che nel tempo questa icona ha subito. Il primo Monster fa parte di quelle moto irripetibili ma anche difficili da evolvere proprio perché indovinatissime. Sono Passati 29 anni da quando nel 1992 il primo modello sconvolse un po’ tutti per il modo in cui era concepita. Sportività e semplicità, unita ad eleganza..una Ducati di quei tempi, nuda e cruda – e neanche perfetta – ma che aveva un suo preciso carattere unito ad una guidabilità svelta (per l’epoca) e dotazioni di freni e sospensioni al top come da tradizione della casa Bolognese.

Con il Monster 2021 però è stato fatto qualche passo in più rispetto ai modelli intermedi. Il taglio con il passato è netto come mai prima d’ora. Una specie di rivoluzione insomma, mal digerita dai “puristi” ,che ormai, direi nostalgici di un passato lontano – già perchè – in qualsiasi direzione si guardi, Il progresso in campo motociclistico è stato inevitabile per tutte le case. La decisione di Ducati è stata quindi quella di abbandonare definitivamente un altra delle caratteristiche principali del Monster, il telaio a traliccio, per adottare il più moderno e performante telaio in alluminio Front-Frame che equipaggia ormai praicamente tutti i modelli della casa. La nuova Monster ha avuto quindi un accoglienza a doppio senso come succede quando si va a cambiare in modo deciso un modello mitico – Devo ammettere che lo stesso effetto contrastante lo ha avuto anche su di me – Ho deciso quindi di indagare più a fondo e di toccare con mano questa nuova moto per capire se e cosa è rimasto del Monster che fu, visto che ,scusa non da poco, ho avuto il primo leggendario modello.

Come al solito quando si tratta di Ducati sono andato a prenotarmi per un accurato Test Ride alla concessionaria Ducati Pisa che ringrazio nuovamente per la loro disponibilità e professionalità. Al Solito prima di consegnarmi la moto l’hanno lavata nel loro nuovo motolavaggio. Andate a trovarli, non rimarrete delusi

DESCRIZIONE DELLA MOTO

La versione che danno in prova non è del caratteristico Rosso Ducati ma è in colorazione Dark stelth con i cerchi neri. Il nuovo telaio anch’esso nero opaco non è messo in risalto, si intravede a malapena sotto il serbatoio e aggancia le teste del motore tramite due punti di ancoraggio. Abituati come eravamo, a prima vista, sembra che manchi qualcosa alla moto, in realtà tutti gli spazi “mancanti” sono riempiti da motore, radiatore e carterini di plastica vari, quindi il Monster risulta bello pieno alla vista. Quello sembra essere rimasto rispetto alle versioni precedenti è la compattezza della zona frontale, fanale – manubrio – serbatoio, che sono molto raccolti. La parte posteriore è tutta nuova con uno slanciatissimo e corto codino che proietta il posteriore verso l’alto come mai prima di ora. Il codino ora è separato dalla sella pilota e per la prima volta carenato. La moto nell’ insieme è molto compatta, non sembra neanche una “quasi mille” di cilindrata, sembra più una 600 tanto è piccola. Dal vivo non è per niente male, forse non è riconoscibile subito come prima ma a guardarla con attenzione ha qualcosa ancora di familiare. Molto belli gli scarichi doppi slanciati verso l’alto,corti e tagliati a fetta di salame. Ben rifinito il forcellone bibraccio che è molto curato, chissà se un domani tornerà anche il monobraccio ma il nuovo Monster non dispiace neanche così. La fanaleria è full Led molto bella e moderna e le frecce hanno l’accensione dinamica. Sul lato sinistro del motore c’è ancora un pò di disordine, c’è qualche cavetto e connettore a vista e i tubi del radiatore anche se fanno delle pieghe un pò strane per restare piu compatte, si vedono molto. Anche le plastiche di tutti quei carterini di cui parlavo prima non trasmettono quella sensazione di robustezza, sembrano molto leggeri – o meglio – anche se ben fissati, al tatto non restituiscono quella sensazione di qualità che invece da altre parti della moto si percepisce -ad esempio- nei curati blocchetti e tasti dei comandi al manubrio, nel bellissimo impianto frenante rigorosamente Brembo con le sue pompe radiali all’ stato dell’arte e nelle pedanine rivestite in gomma con la scritta Ducati. Modernizzato anche Il cruscottino che ora è TFT e si allinea a quelli montati sugli altri modelli della casa. E’piccolo, solo 4.3″ pero’ non ho trovato particolari difficolta nel leggerlo, si vede tutto molto chiaramente e la grafica è accattivante e sportiva.

QUALCHE DATO TECNICO

Il motore del Nuovo Monster 2021 è il collaudatissimo bicilindrico a V di 90° quattro valvole per cilindro da 937cc Euro5 capace di sviluppare 111CV a 9.250giri con una coppia di 93NM a 6500giri a cui viene associata un elettronica da riferimento con la piattaforma inerziale a 6 assi con ABS cornering su tre livelli, Anti – Wheelie, Traction Control e Launch Control che associato al livello1 del sistema anti-bloccaggio dei freni ne esclude l’intervento al posteriore e la funzionalità cornering. L’acceleratore elettronico è settabile su tre mappature, Urban (75cv), Touring e Sport selezionabili una volta premuto enter, tramite le levette posizionate sul blocchetto sinistro del manubrio. Una volta inserita la mappatura desiderata basterà chiudere l’acceleratore e la modalità verrà attivata. Il nuovo monster inoltre ha una vera chicca che è il cambio Quickshifter bidirezionale che assicura cambiate velocissime e scalate con doppietta incorporata, sicuramente comodo ma utile ed emozionante soprattutto durante un eventuale Trackday.

La forcella anteriore è da 43mm priva di regolazioni mentre il mono sachs posteriore è regolabile nel precarico e in estensione. La frenata all’anteriore è assicurata da un impianto frenante rigorosamente Brembo attuato da pompa radiale che spinge l’olio tramite tubi in treccia a due pinze anch’esse Radiali a quattro pistoncini che mordono dischi da 320mm. al posteriore un singolo disco da 245mm e pinza a due pistoncini. Le misure dei pneumatici sono 120/70ZR 17 all’anteriore e 180/55 ZR 17 al posteriore.

LA MIA PROVA

Devo dire che era tanto che non salivo su una moto con questa disinvoltura. Scavalco la sella e il nuovo Monster viene su in un attimo, senza sforzo. D’altronde il peso di soli 166kg non è solo un dato ma si sente. L’altezza da terra della sella è di 820mm, non è bassissima ma tocco bene in terra con i piedi anche grazie al fatto che è molto stretta. Chi mi segue lo sa già, ma ribadisco che sono sotto il metro e settanta quindi posso dire che anche i bassi di statura si troveranno bene, senza imbarazzo ai semafori e nei dislivelli del piano stradale. La posizione di guida è sportiva, e l’impressione che ho avuto è di aver ritrovato un po’ del mio vecchio Monster – con le dovute distanze ovviamente – però ho notato che si è tornati ad una posizione in sella più aggressiva . Le gambe sono un po’ più rannicchiate con i piedi leggermente arretrati, il manubrio è largo, ad una distanza che consente di caricarsi in avanti ma senza esagerazione. Appena partito la prima cosa che ho pensato è stata quella di essere sopra ad un peso piuma tanto che la moto si muove al minimo comando. Con il passare dei chilometri ci si fa’ l’abitudine e si riesce a calibrare bene gli spostamenti in sella, con il minimo sforzo per direzionarla . La maneggevolezza è veramente notevole ed è secondo me una dei punti di forza di questa moto. La mappatura che ho usato principalmente per questa prova è la Sport. 111cv sono una potenza tutto sommato gestibile e comunque i controlli elettronici che ho impostato bastano e avanzano per non ritrovarsi a sorprese. La moto si impennerebbe con estrema facilità ma l’anti weelie fa subito il suo dovere. Come sulla Hypermotard (che ha lo stesso motore e la stessa elettronica) non si i sente molto la differenza tra la mappatura sport e la touring, la differenza principale la fanno i vari livelli dei controlli. Cosa diversa in modalità Urban dove la potenza è ridotta a 75cv e si sente. Full Power la moto spinge forte e se si viaggia allegri tiracchiando un po’ le marce, il contachilometri sale velocemente. La protezione aerodinamica ovviamente è inesistente e il vento lo si prende tutto, ti spinge indietro, soprattutto sul petto e sul casco. Tenere velocità sostenute per un po’ di tempo può risultare stancante, come del resto per tutte le naked come questa. Chi sceglie il Monster non sarà certamente interessato ai viaggi a lungo raggio – si sa.

Nelle curve arriva tutto il meglio di questa moto. È facile ,divertente e reattiva, si entra in curva con il pensiero, è agile e ci si sente molto veloci. Anche se si arriva un po’ lunghi, si rientra nei ranghi grazie anche alla poderosa frenata rallentando in un attimo. Si inserisce facilmente frenando anche fin dentro la curva, senza il minimo effetto autoraddrizzante (aiutandosi un minimo con il freno posteriore) gira in un attimo. È molto sensibile nei veloci cambi di direzione e bisogna andarci morbidi, guidando fluidi, non gradisce movimenti improvvisi che si ripercuotono subito sulla ciclistica innervosendola. Lavorano molto bene le sospensioni che assorbono senza problemi tutte le irregolarità e la forcella anche se non è regolabile ha una taratura rigida ma che va bene sia per divertirsi che per andare a passeggio. Il mono posteriore non mi ha dato nessun effetto rimbalzante con un buon ritorno in estensione. Comportamento da sportiva ma neanche troppo scomoda. Tra le altre cose in cui mi ha sorpreso è che ha un angolo di sterzo molto ampio e nelle manovre da fermo e a bassa velocità gira subito senza dover fare troppe manovre. Le gomme di primo equipaggiamento sono le Pirelli Rosso III che anche se non le amo particolarmente mi sono piaciute abbastanza per tenuta di strada e comportamento generale. Mi piacerebbe tanto provare la moto con le Dunlop che sono le gomme che preferisco. Sono sicuro che smusserebbero un po’ di nervosismo alla moto specie nei cambi di direzione – ma questa è un ipotesi -conoscendo le gomme.

Piccola Video-clip della prova

CONCLUSIONI

#JUSTFUN è forse lo slogan più azzeccato che poteva esserci per descrivere questa moto in poche parole. Il Monster 2021 è proprio la moto adatta per divertirsi tra le curve, che sia la sparata della domenica o un giorno in pista, ha tutto quello che serve per farlo, senza tanti fronzoli ma con tutta la modernità disponibile oggi e con l’aiuto della centralina inerziale a 6 assi e del cambio QuickShifter, restando fedele alla filosofia sportiva che ha caratterizzato questa moto fin dalla sua comparsa. Anche se il design della moto ormai si è allontanato dagli stilemi originali in maniera definitiva e molti non riconoscono in questo nuovo modello la sua discendenza, dopo averla provata, credo di aver capito che cosa è che accomuna ancora questa moto al primo Monster. Il Concetto. Il telaio sportivo derivato dalla Superbike V4 (nella tecnologia Front-Frame) unito all’equilibrato V2 da 937cc, ricorda molto quello che a Borgo Panigale fecero all’inizio con il telaio derivato dalla SBK 851 e il leggendario 2valvole da 900cc della serie Pantah. Oggi il nuovo Monster è anche una moto al passo con i tempi e con l’agguerrita concorrenza. È stata una scelta inevitabile. Pensate a cosa sarebbe stata questa moto se non si fosse aggiornata ed evoluta, se fosse in qualche modo rimasta vincolata a scelte tecniche che appartengono al passato e che Ducati ha deciso di abbandonare praticamente su tutti i suoi modelli sportivi. C’è inoltre chi sostiene che Le linee sono troppo sfaccettate, che somigli sempre più ad una moto giapponese -oggi le moto si somigliano sempre di più – tutte, non è solo un problema del Monster. Infine agli scettici ed ai detrattori dico, andate a provarla e Secondo me non rimarrete delusi e chissà se magari cambierete idea come è successo a me. Nostalgia permettendo.

PREGI

  • Agilita’ e maneggevolezza
  • Altezza sella
  • Ergonomia di guida
  • Pacchetto elettronico offerto

DIFETTI

  • Linea gradevole ma un filo meno personale
  • Forcelle non regolabili e mono poco rifinito
  • Alcune plastiche un po’ “leggerine”
  • Qualche tubo e cavo in evidenza