L’era delle 125 due tempi. C’erano una volta quei piccoli missili.

L’era delle 125 due tempi. C’erano una volta quei piccoli missili.

2 Agosto 2019 0 di La Redazione

Se c’è forse una cosa che rimpiango della mia “carriera” di motociclista probabilmente è proprio il fatto di non avere mai avuto una 125 due tempi negli anni 90. Il mio rendimento scolastico colava a picco e così le guerre in casa tra mio padre, decisamente favorevole, e mia madre, che diceva che non me la meritavo, erano ormai all’ordine del giorno. Sembravano i guelfi e i ghibellini. Ovviamente e in parte giustamente la spuntò mia madre..mi ricordo ancora con malinconia il giorno che andai con mio padre al concessionario e mi sedetti su una Mito EV nuova di pacca..mi sembrava un oggetto venuto dallo spazio. Bella. Era il 1998 ed era l’ultimo anno che le 125 si trovavano ancora vendute FULL POWER (come si diceva allora)..ma già affiancate dai modelli depotenziati a 11kw. La normativa sulle patenti cambiò in modo irreversibile. Forse quello fu anche l’anno di massima evoluzione per quelle piccole moto, il loro sviluppo arrivò al termine proprio in quel periodo. Per fare un esempio, Il telaio e il forcellone della Aprilia RS arrivò all’ultimo step nel 1992 e fu montato fino al 2013 identico. Anno in cui Aprilia cessò la produzione della 2t a favore della rs4, quattro tempi. Dal 1998 in poi nulla fu più lo stesso. il mercato delle 125, vista la legge in vigore, perse interesse..anche i ragazzini ne persero interesse… Di botto quelle moto persero tutto il loro fascino.

Comunque un po’ per via della scuola, un po’ per il fatto che non avevo una lira e non ero maggiorenne, ero completamente nelle mani delle decisioni altrui..fu così che il salto dall’ RS 50 alla 125 non lo feci. Dovetti accontentarmi di uno scooter, un simpatico SR 125 due tempi,usato..mi rifeci poi a 21 anni appena compiuti, quando finalmente lavoravo e mi comprai un CBR 600F. Ormai l’età per il 125 era passata da un pezzo e mi ritrovai in maniera traumatica a saltare direttamente da 15 a 100cv in un giorno sotto gli occhi preoccupati di mia madre (ma un po’ anche di mio padre) ormai impotenti difronte alle mie scelte. Ma questa..è un altra storia

L’Era delle 125 due tempi è stata forse una delle più straordinarie in campo motociclistico, più o meno di pari passo con gli anni di grande progresso delle moto sportive di medio grossa cilindrata. Quei piccoli mezzi racchiudevano tutta l’esperienza delle case motociclistiche maturata nelle corse ai massimi livelli, telai , freni e motori erano estremamente all’avanguardia in quel periodo e direbbero la loro anche oggi. Ancora oggi migliori sicuramente di quelli montati sulle 125 attuali…4tempi.

Questo continuo sviluppo iniziato nella metà degli anni 80 e finito circa nella metà dei 90 era dovuto all’interesse delle case per l’allora importantissimo campionato italiano Sport production che vide nascere campioni del calibro di Capirossi, Biaggi e Rossi (per fare qualche esempio) che lo vinse nel 94 in sella ad una Cagiva Mito. Era una vera e propria guerra con tantissimi partecipanti. Aprilia, Cagiva, Gilera, Honda Italia e Yamaha Belgarda volevano esserci, in gara, e si impegnavano per vincere, sfornando ogni anno modelli sempre più specifici per le gare SP, superandosi di volta in volta, appoggiando piloti in modo più o meno ufficiale. Due lustri dal ‘85 al ’95 sono il periodo significativo: dopo si è interrotto lo sviluppo dei nuovi modelli ed i campionati hanno perso intensità e iscritti.

Da questo campionato ne derivò il fatto che in quel periodo per strada circolassero delle vere e proprie piccole moto da corsa. quasi identiche a quelle impegnate nel campionato SP. Le case non badavano a spese per lo sviluppo e la qualità di assemblaggio era pari ad una moto di grossa cilindrata. Da ricordare che erano moto, che comunque venivano vendute ad un pubblico molto giovane,sedicenni che si ritrovavano in mano dei mezzi sofisticati , piccoli razzi da 30 e più cavalli e poco più di 100kg! Il prezzo medio per una 125 degli anni 90 era arrivato ad oltre sei milioni di lire per Aprilia e Cagiva che sono state un po’ le dominatrici assolute di quell’era. Per fare capire le intenzioni delle case, Aprilia (come le altre del resto ), nel 93 costruì una versione dell’ RS Extrema in versione Sport Production con alcune chicche tecniche davvero notevoli per una piccola 125. Il prezzo arrivò a Lire 8.720.000 e viene incluso uno specifico kit sport pro fornito, comprendente uno scarico completo progettato dalla Giannelli ed una leva per la messa in moto che permetteva di sfruttare gli ingranaggi di avviamento già presenti nell’interno del motore e quindi di eliminare il motorino di avviamento. Gli accorgimenti apportati dai tecnici furono consistenti e per la prima volta su una ottavo di litro Aprilia vengono anche montate forcelle e mono regolabili oltre ai cerchi speciali Marchesini viola. Tutto questo per avere una moto quasi pronto gara. Questa 125 è rarissima ormai.

Aprilia RS Extrema SP 1993

Fra tutte le 125, la moto che forse oggi è diventata un po’ il simbolo di quell’epoca è senza dubbio la Gilera SP01. Infatti oggi è anche la moto più rara e più costosa sul mercato dell’usato. Capostipite di tutta la generazione delle 125 più moderne. Fu presentata nel Maggio del 1989. Quella piccola moto infatti, per prima, racchiudeva in miniatura tutta l’essenza di una 2tempi da corsa dell’epoca, anche la posizione di guida era scomodissima. Togliendo due viti era possibile rimuovere il contachilometri lasciando solo contagiri e temperatura dell’acqua. Il minimalismo con cui era costruita e alcuni particolari Racing come il serbatoio dell’ olio del freno anteriore separato, i semimanubri in alluminio, il serbatoio con due tappi separati benzina/olio, la sella bassa e risicata, il tutto rifinito da una colorazione che ricordava molto la Suzuki pepsi di schwantz, la dicevano lunga sulle intenzioni per cui questa moto era costruita. I più ottimisti parlavano di 35Cv alla ruota. Erano motori praticamente artigianali e la differenza della lavorazione e delle tolleranze tra un gruppo termico e l’altro poteva fare la differenza anche di 3/4 cavalli.Quando compravi una moto ci voleva anche un po’ di fortuna. La sua massima evoluzione è stata la Gilera GSR in versione SP che guadagnava forcelle regolabili da 40mm Paioli e mono regolabile nel precario oltre ad un disco da 320mm all’anteriore e l’accensione a pedale.

Gilera SP01
Piastra di sterzo e cruscotto SP01
Gilera GSR versione SP replica quasi fedele dell’allora 250gp

Un altra Regina di quell’epoca fu la Cagiva Mito. Personalmente la più bella credo sia la mito 7 del 1993 con la grafica Lawson. Un modello la cui linea era la copia stretta dalla C589 che correva nel 1989 in 500gp. La mito nel 93 montava uno degli avantreni più belli e performanti dell’epoca con una forcella da 40mm Marzocchi e un impianto frenante Brembo serie oro da 320mm. La Mito Denim costruita in soli 500 esemplari nel 91 è la piu rara in assoluto, anche se ormai un po’tutte le 125 di quegli anni sono rare, questa, con la targhetta,lo è in particolar modo. Era una Mito normale ma con una grafica speciale e celebrativa del noto marchio.

Anche i giapponesi con i rispettivi importatori Italiani non restarono a guardare e anch’essi erano impegnati nel campionato Sport Pruduction. Honda con la NSR e Yamaha con la TZR-R provavano a stare al passo della concorrenza italiana. La NSR era una moto meno estrema specialmente nella posizione di guida e anche meno prestazionale rispetto alla concorrenza ma era molto affidabile e aveva un bellissimo telaio in alluminio dorato che fu realizzato dalla italiana Grimeca.era costituito da due semigusci in lega di alluminio (destro e sinistro) ottenuti per pressofusione poi imbullonati al centro e all’altezza del cannotto di sterzo. Questo procedimento consentiva precisioni nel montaggio superiori e costi di produzione inferiori. La versione Naked ha avuto un gran successo commerciale ed è la NSR più ricercata oggi.

La Yamaha raggiunse il suo punto massimo con la favolosa TZR-R versione SP del 92. Le modifiche alla ciclistica prevedono una forcella rovesciata Paioli sempre da 41 mm come per la R normale, ma ampiamente tarabile nell’idraulica in compressione ed in rilascio. Al posteriore viene adottato un nuovo ammortizzatore sempre Paioli, tuttavia sempre regolabile solo nel precarico molla. Impianto frenante Brembo e modifiche specifiche al gruppo termico per le corse SP. Questa moto sviluppava ben 33CV ed è la 125 Yamaha migliore di sempre.

Questa straordinaria e irripetibile epoca rappresenta anche tutta una generazione di adolescenti,come ero io, che avevano 16 anni in questo decennio. Anni di mezzi straordinari in relazione alla loro cilindrata e che hanno fatto appassionare ed avvicinare moltissimi ragazzi alla moto. Il rovescio della medaglia però ci fu anche in questo caso..la legge arrivò a mettere un freno ad una corsa alle prestazioni di moto che in fondo venivano guidate da dei ragazzini, che potevano viaggiare a 180km/h!…forse un po’ troppo, e furono in molti a pagarne le spese, forse è giusto che le cose siano andate così, solo che, questa competizione che si era creata nelle corse si riversò inevitabilmente anche sulla strada portando alla nascita di piccole e straordinarie moto, ben fatte, prestazionali, con componentistiche da moto “per adulti” che facevano divertire chi le guidava, facevano imparare a guidare sul serio e potevano andare davvero davvero forte nelle mani giuste. Di tutto questo oggi non è rimasto più niente se non alcuni esemplari sul mercato dell’usato, ricercate per lo più da quelli che quell’epoca l’hanno vissuta, i trentacinque/quarantenni di oggi per intendersi. La ricerca di moto ben conservate è veramente ardua, un po’ perché tenute per lo più da ragazzini che si divertivano ad elaborare e mettere mano dappertutto, un po’ perché motori così piccoli due tempi che giravano a 11500giri non avevano una vita lunghissima già di per sé ed avevano bisogno di continua manutenzione e attenzione che forse un sedicenne non ha avuto. Sono state moto di passaggio per molti, tenute durante gli anni della gavetta e via. Si trovano però molte moto restaurate, quello si, forse da appassionati che probabilmente ne approfittano provando anche il colpaccio sul mercato. Quelle migliori si trovano tra i 3.000 e i 5.000 euro e probabilmente dopo un po’ vengono vendute, (in quel mercato di nicchia che si è creato). Sono nati col tempo, infatti, anche gruppi di persone, non più giovanissimi, che si ritrovano in nostalgici motoclub per 125cc anni 80/90. Uno su tutti Motoclub 125 stradali ASD.

Anche se le 125cc hanno continuato ad essere prodotte per diversi anni, dopo la nuova restrizione in termini di potenza, con possibilità di comprare dei kit di ripotenziamento, come hanno fatto Aprilia fino al 2013 e la Cagiva con la Sp 525 fino al 2012 , le case non hanno più investito nel settore e le sempre più restrittive norme anti inquinamento hanno portato all’ estinzione degli ultimi modelli in favore delle 4 tempi. Sia i motori che i telai sono rimasti di base gli stessi di allora, con un occhio delle case sul risparmio. La magia era già finita da un pezzo. Quella competizione che fece grande il settore negli anni d’oro è scomparsa per sempre.

Se devo essere sincero mi piacerebbe comprarmi una 125 due tempi di allora e togliermi quella soddisfazione che purtroppo non ho avuto. Ammetto che spesso sono su internet alla ricerca di un oggettino da riportare al vecchio splendore, magari pagandolo poco, da usare ogni tanto per qualche giratina e riassaporare quei fantastici motori a due tempi, risentire il loro odore,il loro rumore e rivivere quella fantastica epoca girando tra le colline e i passi appenninici della mia zona.

Qui sotto posto un paio di video da antologia trovati su YouTube.

Nico Cereghini servizio sulla RS 125 Extrema 1992
Video Antologia anni 90 RS 125 Extrema SP senza carene. Velocissima!