Ducati 999, La SBK più vincente di sempre, la moto che sfidò tutto e tutti.

Ducati 999, La SBK più vincente di sempre, la moto che sfidò tutto e tutti.

12 Agosto 2023 0 di La Redazione

“solo chi non osa, non sbaglia”

Henry Ford

Deve essere stato veramente complicato sostituire con un nuovo modello una moto di successo epocale come fu la Ducati 916. Dare continuità ad una moto così è veramente difficile. Honda ne sa qualcosa quando dovette sostituire la Mitica VFR 750R (RC 30) decidendo di non stravolgerla creando la RC 45 che anche cambiando di posto alle lettere (RVF) fu praticamente un suo restyling di minor successo anche se comunque apprezzata e vincente, oppure MV che ha continuato ad aggiornare la meraviglia F4 che nelle sue varie evoluzioni è rimasta fedele all’originale restando di fatto però la stessa moto. Non sono scelte coraggiose ma come diceva E.Ford probabilmente forse non osando, non hanno sbagliato. Per qualcun altro invece arrivo’ il momento in cui si sentì il bisogno di rischiare, di andare oltre. In Ducati questo accadde proprio quando si arrivò al punto in cui si pensò che di più non si poteva fare, allora si ruppe completamente con quello che è stato e si oso’. Sotto la direzione di Minoli si dette evidentemente totale fiducia e libertà ai designer che non fecero qualcosa che ricordasse neanche da lontano la versione precedente. Qualcosa che ricordasse la 916 infatti anche se ben fatta, avrebbe potuto dare vita ad un suo ricordo, ma quel sentimento, quella originalità,quella passione, sarebbero stati irripetibili. Cambiare totalmente è stato rischioso ma fu l’unico coraggioso modo per cercare di stupire ancora come fece Tamburini e in un epoca in cui Ducati non navigava in buone acque e aveva assolutamente bisogno di una scossa per risollevare l’azienda. Con il nuovo ingresso della Texas Pacific group che dal 98 comprò tutte le quote Ducati Venne coniato il termine REDVOLUTION, puntando sul concetto di rivoluzione/evoluzione ma restando fedeli alla filosofia Ducati.

2002- Ducati 998R l ‘ultima evoluzione di una serie straordinaria. Con questa moto da 28.000 euro ( di venti anni fa) si chiuse un era.

Detto questo, più o meno ad inizio degli anni 2000 in Ducati si ritrovarono ad un punto cruciale. Dopo 9 anni dalla presentazione di quel capolavoro assoluto che fu la 916 era arrivato il momento di andare avanti, le vendite erano ai minimi storici e i ducatisti nel 2002 cominciarono a chiedersi quando avrebbero visto una moto nuova. Nonostante nessuno fosse ancora stanco della 998 che non avrebbero mai sostituito per niente al mondo tutti sapevano che a Borgo Panigale non potevano tirarla ancora per molto perché il progresso e le altre moto stavano andando avanti. Si erano affacciate sul mercato già da qualche anno moto come la Yamaha R1, che aveva aperto una voragine tra il passato e il futuro. Le aspettative dei motociclisti erano altissime. Tutti, me compreso, si aspettavano qualcosa che gli facesse letteralmente dislocare la mandibola….e accadde veramente.

Di mandibole infatti ne caddero davvero tante quando nel 2003 venne presentata al mondo la…. logicamente chiamata…999. Non “nuova 998” e non si poteva di certo superare la cifra tonda, la rottura con il passato sarebbe stata ancora più violenta anche se quel numero finale rappresentava veramente un limite. Venne ribadito il concetto di evoluzione seguendo una sorta di numerologia progressiva che proseguiva dall’antenata, e prima Desmoquattro, 851. A Primo impatto la nuova Superbike era talmente diversa dalla precedente che si faceva perfino fatica a capire che fosse ancora una Ducati, se nessuno lo avesse scritto sulla moto. Lo sconcerto fu totale. Stilisticamente, se mi passate il confronto, fu come passare dalla iconica Ferrari F40 alla Ferrari 458 in un anno. Sarebbe stata compresa? Un icona da una parte, un alieno dall’altra.

Mi ricorderò sempre la prima volta che la vidi, nel 2003, ad un distributore Agip. Rimasi a bocca aperta. Abituato alle linee tese ma sinuose della 916,la 999 non mi piacque per niente. quel doppio faro coassiale lenticolare, quei vistosi specchietti in tinta con la moto con Frecce integrate, il doppio scarico ora unito in un unica “scatola rettangolare “e addirittura dentro il codino, esile, non più sotto di esso, dentro. Il fanale posteriore con frecce in un unico blocco attaccato sotto la marmitta, l’inedito tappo della benzina a forma di rombo, le carene lisce con delle curiose e apparentemente senza alcuno scopo alette (aerodinamiche) che correvano longitudinalmente ai lati frontali delle carene. La linea laterale della moto che non era più proiettata in avanti ma sembrava essere orizzontale. Il serbatoio non era più quello sexy di prima ma aveva una forma totalmente inedita, quasi una Y. Per finire era anche scomparso il meraviglioso Monobraccio in cambio di un forcellone bibraccio. Cosa era successo? Perché Questa moto era così diversa in tutto? Furono in molti a pensare al disastro.

In parte si poteva prevedere. Con l’arrivo dell’ eccentrico Designer Sudafricano Pierre Terblanche Ducati visse un era di stravolgimenti stilistici senza precedenti e nuove eccentriche moto. Pierre era già noto per alcuni ritocchi alla 851 che diventò 888, disegnò la straordinaria Ducati Supermono già nel 1993 e alla quale si ispirò moltissimo nei tratti stilistici per creare anche la Nuova Supersport del 1997. Tra i suoi lavori più importanti e rivoluzionari ci furono la Ducati Hypermotard e la Multistrada che nacque insieme alla 999/749. Cose mai viste. Insomma nel bene e nel male il designer contribuì notevolmente alla rivoluzione della casa bolognese e la traghetto’ nel nuovo millennio, con uno stile completamente rinnovato. Non dimentichiamoci infatti che è anche grazie a questa epoca di moto “particolari” se oggi Ducati è quella che è ed ha contribuito alla nascita di vere e proprie tipologie di moto (copiate anche da altre case)

La rottura totale con il passato fu un rischio bello grosso e la 999 (proposta anche nella cilindrata 749 per partecipare al campionato Supersport) non fece da subito i numeri di vendita sperati. La cosa che però preoccupò ancora di più i fan fu che la nuova moto di Borgo Panigale doveva partecipare al campionato Superbike del 2003 dovendosela vedere non più con le 4 cilindri da 750cc ma con le 1000!!. Il regolamento cambiò proprio in quell’anno e gli ipotetici vantaggi tanto discussi di cui Ducati avrebbe da sempre goduto in termini di cubatura maggiore rispetto agli altri, non ci furono più.

In realtà la Ducati 999 è stata un progetto mirato, con un unico scopo. Vincere le gare. La moto infatti è a tutti gli effetti una moto da corsa senza compromessi studiata e sviluppata dai piloti Ducati per le piste e successivamente adattata e omologata per andare su strada. Il debutto nelle corse per derivate dalla serie avvenne nel 2003 a Valencia in Spagna. Ebbene, l’inglese Neil Hodgson quella Domenica mise a segno Superpole, Vittoria in gara1 e vittoria in gara2. Ma non solo. Giro veloce sia nella prima che nella seconda manche e tre ducati sul podio in tutte e due le gare. Un tripudio. Un inizio che toglieva qualsiasi dubbio agli scettici, sembrava un moto arrivata dallo spazio, lo strapotere era assoluto. La stagione 2003 si concluse infatti con la vittoria della Ducati di tutte e 24 le gare in calendario e non solo. Su 72 podi totali della stagione soltanto 8 sono stati conquistati (solo dalla Suzuki). Il dominio continuo’ anche nella stagione successiva dove vinse 18 delle 22 manche del campionato e conquistò sia il titolo piloti con James Toseland che quello costruttori, tre ducati nelle prime tre posizioni in classifica generale.straordinariamente sottotono il 2005 in cui vennero conquistate solamente 2 gare (4 manche) consecutive. Nel 2006 con l’arrivo dell’ australiano Troy Bayliss ed alcuni importanti upgrade, Ducati tornò a vincere. Certo il campionato stavolta fu molto più combattuto tra le varie case ma Troy riuscì a spuntarla vincendo 12 delle 24 manche in calendario e conquistando Titolo Piloti e Costruttori. L”ultimo anno della 999 (F7) fu il 2007 ma la maggior evoluzione delle 1000 a quattro cilindri, l’ anzianità del progetto e un po’ di sfortuna non permisero a Bayliss di fare il Bis nonostante i 7 successi in campionato. La carriera della 999 si chiuse con la vittoria di tre campionati su cinque alla quale ha partecipato e il record di vittorie del 2003 resta qualcosa di straordinario . L’anno dopo venne sostituita dalla 1098R che torno a vincere con Bayliss ma solo nel 2008.

2003 – Neil Hodgson nella stagione trionfale sulla 999R F03
2004 – James Toseland sulla 999R F04
2006 – Troy Bayliss sulla Ducati 999R F06

Quindi che si può dire di questa moto?? Tutto tranne che sia passata inosservata. Divise molto i Ducatisti dell’ epoca e fu un vero colpo di scena. Forse nessuno era pronto per quella linea futuristica e anticonvenzionale, sicuramente personale, che oggi il pubblico sta apprezzando più che al suo debutto. Una linea che sembra molto più attuale e coerente oggi di allora, moderna ma con quei tratti da Ducati classica che si sono persi un po’ per strada. Telaio a traliccio e frizione a secco in primis hanno da sempre riscosso un certo fascino tra gli appassionati delle Ducati youngtimer. Negli anni la 999 ha acquistato un certo lustro per via di tutto il suo bagaglio sportivo e degli innumerevoli successi in Superbike che l’hanno resa in qualche modo mitica e leggendaria. Chiaramente la versione più quotata oggi resta la 749/999R che in alcuni casi ha raggiunto cifre notevoli nel mercato dell’usato ma anche nelle le versioni Base ed S sta salendo notevolmente di prezzo e le cifre sono destinate a crescere, un po’ per la sua rivalutazione estetica, un po’ per la sua storia di Ducati più vincente di sempre fino ad oggi. D’altra parte per gli appassionati l’idea di sedersi sopra una leggenda pluricampione del mondo e sentirsi come Neil Hodgson non è cosa da poco!